Cose che amiamo senza sapere il perché!

Cara Malù, 

questo sarà un post strampalato e sconclusionato, ti avverto.

Se preferisci non imbatterti in fumosi deliri da inizio autunno, non proseguire nella lettura, fermati qui.


In realtà, avevo in programma un post sul luogo che ha ospitato la seconda parte della mia faticosa estate (la prima parte la trovate qui e qui) e che, manco a dirlo, è un altro dei miei "luoghi del cuore", Laigueglia. Lo accantono momentaneamente perché oggi ho bisogno di una pausa. Una pausa dal caos e dalla lacrima appesa. Una di quelle pause che solo un post "personale" scritto di getto sa regalarmi.

Premessa: ieri ho ricevuto un regalo molto prezioso (in tutti i sensi, economico e affettivo), una chiave di Tiffany in argento con la parte superiore a forma di cuore, direttamente da New York.


Pre-premessa: io amo le chiavi. Non so perché le ami. Amo le minuscole chiavi dei lucchetti che mettevo ai miei diari segreti quando ero piccola (e che puntualmente perdevo con il risultato di dover sfasciare il lucchetto per aprire il diario). Amo le chiavi antiche e finemente intarsiate che potrebbero svelare misteriosi tesori del passato. Amo i romanzi che parlano di chiavi, o meglio, che raccontino di almeno una protagonista con una chiave trovata per caso e possibili serrature da aprire (in altre parole, amo "Il giardino segreto"). Amo le chiavi degli scrigni dei gioielli, quelli che aveva mia nonna sulla "toletta" in camera sua. E, infine, amo i ciondoli a forma di chiave perché...forse perché mi fanno pensare che mi permetteranno di aprirmi a qualunque tipo di opportunità. Se contengono anche un cuore, come in questo caso, so che esso rappresenta un sincero augurio di riuscire ad andare dove desidero.



Momento attuale: sono alla ricerca di un fabbro che faccia saltare molti lucchetti o direttamente di un esplosivo abbastanza potente da far crollare un palazzo. 
E non sono capace di farlo sapere. Non chiedo aiuto mai e se lo faccio non mi sento a mio agio. Eppure, a volte la chiave giusta è proprio questa, chiedere aiuto. Che sia chiedere di fare una passeggiata insieme, una chiacchierata, una risata, un consiglio, un sostegno...non lo so chiedere e vorrei che chi mi circonda fosse così bravo e attento da leggermi tutto in faccia e offrirsi spontaneamente di fare tutte queste cose insieme.
Ma non è che la mia faccia sia così espressiva, o meglio, la stanchezza si vede, la "sfattonaggine" avanza, soprattutto questa settimana che sono da sola col piccolo Godzilla (nuovo nome di Baby M. perchè, pensate un po', GATTONA DI BRUTTO e fa tremare il pavimento con le sue lievi manate sul terreno) e i suoi capricci, alle prese con clienti che non mi pagano e che manco mi invitano a cena (o comunque offrono un qualunque presente, anche un mazzo di fiori, per il disturbo), con giudici che mi trattano come fossi carta non riciclabile e con un paio di vaccini da fare oggi pomeriggio (per i quali so già che mi metterò a piangere io insieme al Baby perché non riesco a vederlo soffrire, anche se per una buona causa e per una scemata...retaggio della mia fobia infantile da ago, anche detta sindrome di "quale c...o di fortuna se c'è PIC??"), oltre allo studio che avanza a fatica e un marito che vedo di sfuggita (mi ricordo che sono sposata da alcune foto sparse a caso per la casa). 

Però non credo che si capisca quanto sia sull'orlo di un'esplosione. Oppure si capisce e tutti se ne fottono. No, non si capisce. Non sono così accecata dalla rabbia e dalla frustrazione da dubitare di chi mi ama. 
Ad ogni modo, ricomincio con gli inutili paragoni. Ricomincio a vedere le fortune altrui e le disgrazie mie e non quello che so di dover fare, cioè il contrario; anzi dovrei vedere solo le fortune mie, che le disgrazie altrui non vanno guardate ma al massimo alleviate.

Allora bisogna che faccia così: prendo una pausa. Ammiro la mia nuova chiave. Respiro. Mi concentro sul benessere che nasce dal possedere qualcosa che ci piace. Immagino cosa potrà aprire. Immagino una favola. Gioco. Qualcuno bussa alla mia porta. Solo io posso lasciarlo entrare, solo io ho la chiave. Che sia proprio quella del mio cuore? Immaginiamo che lo sia. E così, ascoltando lui, il sig. Cuore, così spesso trascurato, ecco che mio marito rientra a casa e io lo bacio invece che salutarlo con un veloce "ah, ciao". Mio figlio piange e io non vado giù di testa ma cerco di pensare che passerà, che da qualche parte ho la chiave per calmarlo e mi sento una madre sicura e fiduciosa. Il conto in banca cade a picco ma io ho preso la decisione giusta, ho scelto la chiave giusta e la porta giusta per raggiungere una felicità che porterà benessere, un giorno. Avrò un lavoro, avrò successo. E la mia chiave sempre con me, vicina al Cuore. Continuo a immaginarlo, continuo, continuo, continuo, continuo. L'Universo farà la sua parte.

E voi? Quali sono le cose che amate senza sapere bene il perché? Quali metodi usate per calmarvi e tornare sulla retta via che vi condurrà ai vostri obiettivi? 

Commenti

  1. Oh,, cara Malù, innanzitutto coraggio. Passano anche questi momenti giù. In fondo alla discesa c'è sempre la risalita.
    Un bimbo piccolo,, studio, lavoro, marito casa e di tutto un po' sono un carico notevole e a colte ti sembra che ti faccia schiattare. Nonn è così. Ci si riprende ma ognuno ha i suoi tempi e le sue regole,
    Fermati un momento appena puoi, chiudi gli occhi e pensa a qualcosa di piacevole che ti permetta di usare quella chiave magica. Quella che apre la fantasia e l'anima. E ti fa spuntare il sorriso.
    Pochi minuti ogni tanto come se fosse yoga o simile. Pochi minuti di rilassamento solo per te. Sono importanti.

    Meglio della mia sigaretta e del mio caffè.... Bacio!

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  2. Di metodi per calmarmi ne sperimento sempre tanti per la semplice ragione che i momenti di rabbia o agitazione mi prende inaspettatamente e tiro fuori la prima tecnica che mi salta in mene e a volte finisco per agitrmi di più :-))).

    Le cose che mi piacciono e non so perché sono le cose in miniatura tutte le cose piccine.

    Dai che passerà ci sono momenti come questo ma da quel che leggo hai anche un bel metodo per rimetterti in riga

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  3. Grazie ragazze, passato il vaccino stasera sto già molto meglio, sono peggio dei bambini in queste cose :P belle le cose in miniatura, mi vengono in mente i presepi piccini, mi piacciono molto! Sì, qualche minuto al giorno di pensieri positivi ci vogliono..un bacione a entrambe!

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  4. Bella domanda... in effetti vale la pena rifletterci sopra. E magari farci un post ;)

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    1. E sì, dai ;) grazie per essere passato da qui!

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    2. E sì, dai ;) grazie per essere passato da qui!

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    3. VA meglio Malù?
      bacio!

      ps e nota che Ivano chiama me prezzemolo... :))) ahahahahahahah

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    4. Ciao cara, sì, ieri ho iniziato il corso per preparare un concorso che desidero passare tantissimo...e mi piace molto! Oggi pupone ha febbre....ma Cmq sto meglio, grazie! Tu come stai?

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    5. Raffreddore tosse febbriciattola... mali di stagione. niente di che.
      Mi spiace per pupone,, mannaggia!! Con questo tempo però....
      Per il concorso non ti dico niente ma incrocio le dita!
      Bacio!

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  5. toc toc toc...posso?... Leggendo il tuo post, giuro!, mi sono commossa. Non solo perchè anche io ho sempre avuto una certa passione per le chiavi, e perchè anche io sono di quelle che non chiede mai aiuto che-se-poi-lo-chiedo-mi-autosqualifico-per-il-disagio... ma sopratutto perchè leggendoti mi sono ritrovata!!! Viviamo periodi simili, mi sa... I bimbi piccoli (la mia più piccola ha 5 mesi - siamo in fase svezzamento), il lavoro che non avanza (riuscirò mai a tornare a lavorare??? mi licenzieranno appena possono, anche questa volta!), un marito (ho un marito?) che vedo e non vedo, che a volto scorgo tra le urla di sonno o di fame, che mi dice: ma scusa tu stai a casa, mica vai in ufficio; mentre io sono esausta...

    Come faccio? mollo tutto, ma proprio tutto, stile letti ancora da rifare, pigiami per aria, scarpe in mezzo al pavimento e...scrivo...anche solo parole, parole singole senza senso apparente: acqua , sole, luna, canto... Questo mi tranquillizza, le lettere mi tranquillizzano, il suono delle sillabe...

    E poi, quando sono tranquilla, respiro, sorrido, e butto giù qualche post, o leggo qualche post, o scrivo qualche racconto o poesia solo per me... :)))

    Vieni, abbracciamoci... anche se è virtuale fa sempre bene...abbracciamoci forte forte, che tra un pò devo fare la pappa alla puffa e so già che non ne ingoierà neppure una cucchiaiata...

    Rimaniamo abbracciate e auguriamoci buona giornata!!

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    1. Oh, ma io ti voglio già bene Regina...grazie davvero, per il commento è per essere passata da me! Il mio ha 14 mesi! Poi ho un nipote di 3 anni e una nipotina in arrivo per capodanno! È un bel metodo anche il tuo, mi piace!!

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    2. Mie care ragazze, voi siete la più viva rappresentazione della donna!
      Che fa tutto, tutto subisce, sopporta, che si scoppia a non cede e non cade. E se cade si ralza subito!
      Quando sento parlare di sesso debole divento una belve sapete perchè? Leggetev e trovate la risposta.
      Un abbraccione anche da parte ia ad entrambe!

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    3. Eheheh io in realtà di carattere sono un po' lamentosa e stufosa, è stata soprattutto la maternità a cambiarmi, il blog è nato anche per costringermi a concentrarmi sulle infinite fortune che ho piuttosto che sul resto! Grazie patricia, un bacione!

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  6. Io amo le chiavi, come te mi hanno sempre attirato ma senza sapere il perché... infatti avevo anch'io un ciondolo con questo simbolo! Coraggio tesoro, vedrai che tutto si risolve... i clienti poi, non pagano nessuno (magra consolazione!)

    Ti abbraccio! <3

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    1. Ma ciao cara, come stai? Credevo avessi chiuso il blog, non riuscivo più a vederlo! Che bello risentirti!

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  7. Cara Malù, e se ti rubo l'idea?
    Ti offendi se faccio un post (dicendo che l'idea è partita da te ovviamente) e indico le cose che amo io?
    Un bacione!

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    1. Vai tranquilla, anzi, magari così mi leggerà qualcuno in più :)

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  8. Eccolo il post delle chiavi! L'ho trovato. Serena sei proprio dolce mi hai commosso, anch'io sono restia a chiedere aiuto, ma invecchiando va un po' meglio. Il dialogo serve e aiuta a crescere, e a stressarsi meno. Ma è sempre una grossa forzatura. Il mio motto purtroppo resta sempre "Chi fa da se fa per tre.". Ma poi non son di ferro e mi succede di essere alla frutta come è successo a te.
    Baci bacioni.

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    1. Eh sì, alla fine dobbiamo bastare a noi stessi. Che non vuol dire non chiedere mai aiuto ma sapersi anche tirare su di morale con le proprie forze senza cercare altrove le soluzioni dei problemi. Un bacione!!

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