La gogna mediatica

Cara Malù,

è successo un fatto grave. Qualcosa che poteva finire in tragedia ma per fortuna siamo stati graziati. 

Se un responsabile esiste, non è la mia famiglia

Eppure, eppure... un titolo di proprietà avrebbe fatto sì che ne avremmo risposto noi, comunque, a prescindere. Magari anche gli inquilini, ma ci avrebbero perso poco se non il sonno perché io, che centro meno di tutti, l'ho perso per giorni, continuando a sentire un senso di colpa lancinante al pensiero di ciò che avrebbe potuto essere. 


Ma il post non è scritto per raccontarti l'accaduto. Il post è scritto per far riflettere circa la gogna mediatica a cui al giorno d'oggi siamo tutti esposti alla minima disattenzione. 
Se i commenti del popolo dei social sono quanto di più cattivo e intransigente in occasione di fatti di cronaca gravi ma dei quali, comunque, si conosce una parte della verità (cioè quella che viene mostrata dai giornali), i commenti nei gruppi di quartieri, paesi e piccole comunità sono, se è possibile, ancora più affrettati e netti. La prima preoccupazione di alcune persone pare essere quella di postare la foto dell'incidente di turno e di commentare duramente senza ammettere possibilità di difesa o di comprensione.

Così è stato anche per la mia famiglia. Passata la paura iniziale, calmati i nervi...mi si è accesa la lampadina del pericolo social..e infatti come temevo c'era un bel post nel gruppo del mio quartiere che riportava l'accaduto, con tanto di foto, e condannava il menefreghismo dei proprietari. 
Ho atteso qualche giorno ma i commenti continuavano ad arrivare, sulla stessa linea del primo, e ho deciso di farmi coraggio e di espormi alla pubblica gogna mediatica per fornire la mia ricostruzione della vicenda, arrivando anche a scusarmi del fatto, seppure ribadendo con forza l'assenza di responsabilità e la possibilità che un incidente del genere capiti a ciascuno dei commentatori perché è uno di quei fatti che "ma figurati se capita proprio a me". Capita. E non perché si sia necessariamente in mala fede. 

Ho usato un tono molto cortese, comprendendo la paura che possono aver provato i commentatori seriali e tenendo presente che il linguaggio scritto si presta sempre a molteplici interpretazioni che portano poi alla degenerazione della polemica. 
Ma questo mi ha fatto riflettere sulla rapidità con cui si possa giungere a formulare un giudizio che rimane poi impresso nel web; non sono parole dette al vento, è qualcosa che segna, che ferisce, anche nel caso in cui si sia effettivamente commessa una distrazione fatale. Si scrivono parole di fuoco, spesso insulti, nella convinzione che rimangano impuniti e che non abbiano valore. 

Eppure, eppure...la ruota gira, la disattenzione può capitare a chiunque, anche al caro commentatore seriale, che da commentatore a diventare oggetto di gogna mediatica è un attimo.

Leggevo, qualche giorno prima del fatto, i commenti sotto una notizia che riguarda una mamma tristemente protagonista di un episodio di cronaca di un paio di anni fa: suo figlio è stato ucciso dal compagno a cui lei lo aveva incautamente affidato per andare a comprarsi una dose di droga nonostante pure il compagno fosse alterato dagli stupefacenti. Le sono state scritte le peggio cose, i peggiori insulti. Come se il dolore della perdita di un figlio non fosse abbastanza, come se lo avesse ucciso lei, come se non fosse già abbastanza esposta ai media e all'emarginazione sociale. 

Qualche settimana fa ricompare, appunto, una notizia che la riguarda: ha avuto un'altra figlia e gli assistenti sociali hanno depositato una relazione molto positiva. Ci si può credere come no, ma la notizia si limita a dire questo, che questa donna si è rifatta una vita, che pare ce la stia facendo. Decine e decine di insulti, anche da persone che ammettono di essere state precedentemente querelate per ulteriori offese scritte su FB.

Ora, io odio questo aspetto dei social.
Non si può evitare il giudizio, non si può evitare che ciascuno abbia una propria opinione, ci mancherebbe. Ma questa continua vomitata di insulti, di parole d'odio, di auguri di morte e sofferenza così, come fosse acqua fresca, come ci fosse un'impunità per chi scrive da dietro un pc, io non la tollero. E bene fa la Lucarelli a querelare a destra e a manca chi le dà quotidianamente della poco di buono (e naturalmente uso un eufemismo).

L'esperienza appena trascorsa, che tuttora mi impedisce di sentirmi tranquilla e di sciogliere quel nodo alla gola che proprio non se ne va (non ti so spiegare, Malù, che mi succede, ma invece che sentirmi felice per il fatto che evidentemente qualcuno da lassù ci ami mi è rimasto il terrore sia stato un avviso di sciagure più grandi che possono capitarmi da un momento all'altro...ok, mi serve uno strizzacervelli..), mi ha fatto davvero capire di come sia fondamentale indossare uno scudo dalle opinioni altrui, soprattutto quando è un intero paese o comunità a scagliarsi contro di te, soprattutto quando hai un senso di colpa che già ti appartiene naturalmente, che spesso ti porta a credere di essere dalla parte del torto a prescindere e che viene rafforzato e accresciuto dal biasimo sociale fin quasi ad annientarti. 

Non ho ricevuto insulti nè commenti sgradevoli dopo il mio intervento perché, ripeto, odiando le polemiche "scritte",  ho usato un tono moderato, anzi, c'è chi mi ha risposto cortesemente, chi mi ha "piacciata" e questo dimostra che con la gentilezza e l'umiltà si possono appianare divergenze (e forse anche che i leoni da tastiera spariscono quando compare la persona di cui stanno sparlando senza neppure conoscere). 
Però mi rendo conto di starci troppo e insensatamente male circa il giudizio altrui, soprattutto quando mi si accusa di essermene beatamente sbattuta della possibilità che si facesse male qualcuno. Io che avrò tanti difetti ma il rispetto altrui l'ho sempre messo al primo posto. E così la mia famiglia. 

Certo, brucia passare per quello che non si è. Però in fondo se il giudizio arriva da chi nemmeno ci conosce..perché prendersela così? Perchè preoccuparsene? Io me ne preoccupo e sbaglio. Ecco uno dei mie principali difetti su cui lavorare.  


Commenti

  1. spero non mi venga l'herpes .;)) ...hai ragione sai !! è molto più facile buttare fango su tutto ... senza voler capire le cause di determinati comportamenti ... una cosa davvero penosa ... hai fatto bene a dare spiegazioni e dire la tua ...sei stata temeraria ... è la forza che ci pervade quando crediamo di essere nel giusto ... brava ... un abbraccio

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  2. Sparlare e dare aria alla bocca è più facile che auto giudicarsi. Tutti sbagliamo ed è normale, non siamo dei, e in più gli inghippi, le disavventure uno non se li va a cercare per forza, capitano e basta.
    Cara Malù mi piace come ti poni e l'immagine che hai nel blog è troppo carina ^___^

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    1. Grazie mille Anna Maria! L'immagine l'ha fatta la mia amica Ilaria di Pensieri di Fata! Ha un sito molto carino, disegna murales e crea bomboniere e altri oggetti usando vari materiali! Rappresenta la copertina del libro Il mondo di Malù con una me sognante al posto del bimbo protagonista della storia :) Mi dimentico sempre di indicarla nella parte dei credits in fondo al blog, devo rimediare!!

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  3. Ciao Malū purtroppo questo atteggiamento esiste da sempre,un modo come un altro per riversare la propria frustrazione, o aprir bocca chissà per quale altro oscuro mistero dimostrando mancanza di equilibrio. Sono cose difficili da mandar giu ma col tempo le digerire sicuramente, l' importante è che sia andata bene e che ti ritorni la serenità presto. Un abbraccio

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    1. Sì sì, ho capito che devo per forza costruirmi una corazza dalle critiche altrui..per fortuna non è successo niente o non sarebbe passato tutto in un paio di giorni..e ci avrebbe tormentati forse per sempre, colpa o meno..un abbraccio! Serena

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  4. Ciao Malū purtroppo questo atteggiamento esiste da sempre,un modo come un altro per riversare la propria frustrazione, o aprir bocca chissà per quale altro oscuro mistero dimostrando mancanza di equilibrio. Sono cose difficili da mandar giu ma col tempo le digerire sicuramente, l' importante è che sia andata bene e che ti ritorni la serenità presto. Un abbraccio

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  5. Questo post è molto interessante e riflette su qualcosa che, effettivamente, accade quasi quotidianamente sui social. Qualche mese fa, la mia città (Sanremo) è stata oggetto di un grosso scandalo finito anche sui tg nazionali, che ha dato il via ad una caccia alle streghe che a breve si è diffusa in tutta Italia: 40 dipendenti comunali arrestati perché timbravano il cartellino e se ne andavano in giro. Gesto deprecabile, su questo non ci piove. Però conosco alcune di queste persone: sono state trascinate in un sistema malato e ne hanno accettato lo status quo, hanno rubato e hanno pagato con la perdita del lavoro, ma non sono assassini o stupratori, non sono pedofili o spacciatori, sono persone che hanno sbagliato e che per una leggerezza hanno la vita rovinata. Dovresti vedere, sui social, quanti insulti con tanto di nomi e cognomi, di foto non solo loro, ma anche dei familiari. Alcune di queste persone ora hanno difficoltà a girare per la strada e io, sinceramente, penso che a prescindere dagli errori commessi non meritino questo, né loro né, tantomeno, i familiari che non c'entrano nulla: non è giusto che un ragazzino a scuola debba essere umiliato dai compagni perché il padre timbrava per il collega. E soprattutto non è giusto che questi compagni o i loro genitori abbiano letto la notizia su facebook, dove per mesi si è tenuto il festival del: "Ah, sì, io lo conosco il vigile in mutande, perché andava lì, là, e blablablabla..."

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    1. Sì hai centrato il punto..da questa disavventura ho fatto caso ai commenti che oggi è possibile lasciare sotto ogni fatto di cronaca..Ma anche ogni litigio privato rischia di diventare di pubblico dominio (hai presente quei simpatici status su fb dove non si fanno nomi ma si può comunque capire a chi ci si riferisce...e giù insulti). Ho avuto paura e ne ho tutt'ora perché oggi davvero si rischia di essere messi alla gogna per un'inezia e la corazza va rinforzata..fa bene la Lucarelli a querelare tutti quelli che può,lo ribadisco,bisogna far capire che i social non sono diversi dalla vita reale. Ps sono Ligure anch'io,di Genova :)

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    2. Tra l'altro sui social, molto più che nella vita reale, la gente si esprime senza censure, quindi è molto più cattiva. Per fortuna non mi è capitato mai di essere pubblicamente attaccata sul web.
      P.S. Genova, bellissima! :)

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    3. Infatti,ci si nasconde dietro lo schermo e magari dietro un Nick name..altre volte manco questo,semplicemente si sfoga rabbia come non si farebbe di persona. Benvenuta anche a te :) bella anche Sanremo e la Riviera dei fiori!!

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  6. Hai ragione da vendere riguardo alla pericolosità dei social. Troppa velocità, troppa approssimazione, troppa aggressività. Sono loro specchio di questi nostri tempi bui... un forte abbraccio!

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  7. Hai ragione da vendere riguardo alla pericolosità dei social. Troppa velocità, troppa approssimazione, troppa aggressività. Sono loro specchio di questi nostri tempi bui... un forte abbraccio!

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