Si può fare, si può fare
Cara Malù, quando da ragazzina sentivo il bisogno di scriverti non poteva mancare la musica in sottofondo. Walkman in una mano e diario nell'altra, amavo tantissimo starmene all'aperto o comunque guardare un panorama che mi ancorasse al presente, mi ricordasse che, nonostante tutto, esiste sempre la bellezza fuori dalla mia testa. Ora mi ritrovo a scriverti dallo studio nei momenti vuoti, come sottofondo il picchiettare veloce delle dita sulla tastiera del pc. Mi manca il diario di carta, mi manca lo stereo sulla mia scrivania, il suono della penna sul foglio, persino il callo al dito medio della mano destra che s'intravede lievemente ancora oggi. Così stamattina mi sono svegliata pensando per un attimo di scrivere questo post su un foglio di carta seduta su una panchina al porto ma il freddo e il senso del dovere mi hanno fatta desistere.