Di etichette

Cara Malù,

capita che mi venga fatto notare quanto siano brutte le etichette che spuntano dalle ginocchiere quando danzo. "Non c'entrano niente, stonano, tagliale!", mi è stato detto.
Le ginocchiere io le uso da sempre, le usavo anche quando ero ragazzina, perché sento male se sto sopra le ginocchia e mi pare sia l'unico modo per muovermi un po' più agilmente nell'alzarmi e abbassarmi quando danzo.

Lì per lì penso solo "ma chissene se si vedono, io non faccio caso all'estetica, in effetti conoscendomi andrei anche in giro con le etichette che spuntano dai vestiti senza accorgermene e sentire il bisogno di tagliarle". Poi però il discorso si è spostato sulle ginocchiere in sé e sul fatto che il mio movimento non sia ancora libero e potrebbero c'entrare anche loro, le ginocchiere. "Ma perché le metti? Ma cos'hai? Ma guarda che non hai niente! Ma guarda che è un limite che può diventare una possibilità! Ma guarda che sono loro a bloccarti le gambe!". 

E belandi, tutto 'sto potere può avere una ginocchiera?


Anche se il primo pensiero è stato "no, no, col cazzo che le tolgo, non ce la faccio a danzare senza e poi figuriamoci se sono loro a bloccarmi e poi chissene delle etichette", il mio cervello ha iniziato a macinare pensieri dubbiosi e fumosi, tanto che la danza col colore di MaJo (Maria Josè Vexenat, danzatrice e danzaterapista di Buenos Ayres, stupenda, meravigliosa, fantastica!) l'ho in realtà trascorsa pensando alle etichette che spuntavano e al corpo ancora non liberato e a come fare per liberarlo e a come fare se non si liberasse mai e alla possibilità di tentare di togliere le famigerate ginocchiere. 
E così le ho abbassate alle caviglie.."le lascio lì, che se sento dolore le alzo", ho pensato..ed è arrivata l'ultima parte del meraviglioso seminario, lavoro sulla diagonale con musica di Piazzolla..e ho provato..e sono andata a terra..e mi sono tirata su, direi anche con dignità..e non ho sofferto più di tanto ma ho sperimentato un movimento diverso, con dei punti di appoggio diversi senza caricare le ginocchia col peso. E ho avuto la sensazione di avere le gambe più leggere e leggiadre ma soprattutto sono stata orgogliosa di me per aver reagito e per aver tentato di fare qualcosa che sostenevo di non riuscire a fare. E visto che lo sono raramente, d'ora in poi voglio sentirmi orgogliosa anche per una prova piccolissima, come questa. 

Piena di energia positiva, oggi ho riscritto il curriculum e aggiornato la pagina Linkedin e comunicato la decisione di smettere con l'avvocatura entro la fine dell'anno (ecco, così lo sapete anche voi). 
E mentre lavoravo sul curriculum e mi addentravo nel mondo della ricerca di un lavoro (part time, là dove presto mi trasferirò), riflettevo proprio sulle etichette. Quante ne portiamo addosso senza rendercene conto? 
Ho sempre odiato dover scrivere il curriculum perché mi pare mi costringa a etichettarmi come avvocato, laureata in legge e stop, impedendomi di fatto di trovare un lavoro diverso. 
Ma io sono anche altro. Come ho letto da qualche parte (vi ho già detto che sono una frana con le citazione, sì?), sono la somma di tutto quello che ho studiato, delle persone che ho conosciuto, dei libri che ho letto, delle esperienze fatte che magari non sono definibili come "professionali" però mi hanno insegnato e formato. 
E così ho deciso di scrivere proprio questo come presentazione per i recruiter su Linkedin, cioè che non siamo mai una cosa sola ma l'insieme di molte parti. Ed è per questo che nel curriculum ho inserito tutte ma proprio tuuuutte le piccole esperienze e corsi di formazione fatti, anche quelli di coaching, e nel campo "professione attuale" con fierezza ho indicato "consulente legale abilitato alla professione e danzaterapista in formazione", che detto così può far sganasciare dal ridere oppure incuriosire a tal punto da invogliare a leggere il curriculum..e chissà, magari a essere autentica, a essere "me" in tutti i miei aspetti ne ricaverò finalmente qualcosa di buono!

Ho cercato di tagliare le etichette perché non devono essere loro a definirmi, neppure nel mondo del lavoro. Per quanto riguarda le ginocchiere, no, ammetto che non mi frega una mazza di tagliare le etichette ma continuerò a cercare quel movimento che mi permetta di non usarle più e di esserne libera.




Commenti

  1. Che bello questo post, e che coraggiosa che sei.... Ma questo te l'avevo già detto.
    Sai che odio le etichette? Sia quelle dei vestiti che quelle delle persone.
    Forse più le prime. O forse no.
    Comunque in bocca al lupo per la tua ricerca.
    Aggiornaci. E molla quelle ginocchiere........ :P
    Bisous.

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  2. Evvai"!!!! Quante etichette ci dobbiamo togliere! Tutti quanti eh!
    Via con la prima e poco per volta. ima dopo l'altra cadranno. Basta prendere coraggio. Osare.
    Tu lo hai fatto e ne sono felice per te! Io lo sto facendo da tempo ma ti confesso che non ho ancora finito
    Un abbraccio

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  3. Voglio smettere anche io! Con le etichette! E baaastaaaaa... Nel mondo del lavoro poi non ne parliamo, solo che, come fai ad identificarti rispetto ad un'occupazione se non etichetti/elenchi le tue esperienze?
    Aggiornami su questo aspetto. Sere, ci contooooo <3 E in bocca al lupo per tutto!! Per tutto, tutto!

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    1. Ciao Virtual Friend, infatti è per questo che avevo un super disagio a compilarlo, perché mi "sento" di dover dare spiegazioni sulla nuova formazione e il nuovo impiego nella danza..ed è un casino..così ho pensato perlomeno di "creare" un'introduzione che sia più spontanea e autentica per i recruiter..vedremo...crepi il lupo e grazieeeee!Bacio!

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  4. Dunque sei pronta al grande passo? Ogni tanto ci penso anche io per le soddisfazioni economiche e professionali sono poche...però davvero non mi vedo a fare altri mestieri, per ora. Chissà... Comunque un grande in bocca la lupo a te!!!!

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    1. Sì Giulia, quest'anno devo comunque pagare la cassa quindi attendo per la cancellazione (a meno che non salti fuori un lavoro come dipendente nel frattempo) ma i tempi dell'avvocatura (perlomeno della libera professione come l'ho svolta finora) sono finiti.

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  5. Sei molto coraggiosa Sere! Scambiamoci i contatti Linkedin, così diventiamo amiche anche lì e chissà che la cosa non ci aiuti anche a trovare lavoro... :P

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    1. Ma ricordo male o sei avvocato anche tu?? Scrivimi a ziasere83@gmail.con il tuo contatto che ti aggiungo!

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  6. I tuoi post, Serena, sono sempre molto profondi.
    La gente, se non etichetta, inquadra, definisce si sente perduta ...... tristissimo!

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    1. Diciamo che avere dei ruoli dà sicurezza, sono necessari ma non bisogna rimanere imprigionati o permettere che ci definiscano..grazie cara un bacio!

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