Il cuore dell'Ayers Rock

Cara Malù, 

essermi sposata mi ha permesso di fare uno dei "viaggi da sogno" presenti sulla mia lista dei "postidavederealmenounavoltanellavita": l'Australia.

L'Australia è selvaggia, è immensa; puoi spaziare dalle modernissime metropoli alla natura più incontaminata, dalle spiagge di sabbia bianca al deserto di sabbia rossa, dalla costa rocciosa della Great Ocean Road alla barriera corallina.

E' stato un viaggio così intenso, così ricco, che farne un resoconto completo a distanza di due anni senza aver preso il minimo appunto difficilmente porterebbe ad un lavoro ordinato e preciso; così, ho pensato che mi concentrerò su alcuni dettagli e singoli episodi del nostro peregrinare che potranno comunque interessare e incuriosire chi fosse desideroso di recarsi in questa meraviglia di continente (o lo sogna fortissimamente come l'ho sognato io per tanti anni).

Pronti? Partiamo! 

Rechiamoci nel cuore dell'entroterra australiano (l'outback) a scoprire qualcosa di più su di lui: uno dei simboli dell'Australia, il monte sacro, lui che all'improvviso compare prepotentemente al centro del piatto panorama del Red Center e ti lascia senza fiato, le cui pareti, plasmate dal vento e dalla pioggia, contengono le fenditure, le rientranze e le protuberanze che hanno ispirato le leggende aborigene, alcune di queste "scritte" nei graffiti incisi sulle pareti delle sue caverne perché non vengano mai dimenticate: l'Ayers Rock o Uluru.
Uluru al tramonto


Il vino bianco australiano è decisamente buono! Aperitivo al tramonto con vista su Uluru






















Mi sono maledetta più volte nel corso di questo viaggio per non aver allenato il mio inglese una volta finito il liceo dal momento che abbiamo sempre girato per i fatti nostri e le guide dei tour organizzati erano tutte australiane; è stato davvero difficile per me riuscire a capire tutti gli spostamenti da fare, i punti di incontro, gli orari; il viaggio è stato interamente organizzato dall'Italia e quindi perdere un aereo o un pullman o comunque non capire qualcosa nell'organizzazione delle varie gite poteva costarci una tappa del viaggio (del resto con sole tre settimane di tempo abbiamo cercato di vedere il più possibile incastrando l'incastrabile!).
Nel momento della visita guidata all'Ayers Rock mi sono maledetta particolarmente perchè la nostra guida ci ha spiegato la leggenda aborigena sulla nascita di questo popolo (che è praticamente "scritta" sul monte sacro) e io non sono riuscita a capirla totalmente; per fortuna la guida in questione parlava un inglese molto "british", a differenza degli altri autisti/guida che ci hanno accompagnato nei nostri tre giorni di tour nel deserto, veri pionieri dell' outback, che davvero ho faticato a comprendere, e quindi ho afferrato quantomeno il succo delle varie storie.

Gli aborigeni ritengono che durante il Tempo dei Sogni (l'era mitologica nel corso della quale la terra è stata creata e plasmata dai "giganti" i quali hanno tracciato sentieri nel deserto tutt'intorno ad Uluru per consentire ai propri discendenti di trovare l'acqua, il cibo e poter così sopravvivere) vi fu una grande battaglia tra gli uomini del Serpente Diamantino e gli uomini del Serpente Velenoso e fu una donna, la Terra Madre venerata dagli aborigeni, a riuscire a sconfiggere questi ultimi emettendo una nuvola di morte (su una delle pareti c'è una rientranza che sembra ritrarre una donna e un serpente). 
Vi fu un'altra battaglia leggendaria, quella tra gli uomini-canguro (il popolo dei Mala) e uno spirito maligno, un dingo del diavolo, evocato da una tribù ostile il quale li colse di sorpresa nel corso di un loro importante rituale; il dingo fu sconfitto quando gli uomini canguro riuscirono a strappare il totem dalla bocca del dingo. 

Queste leggende gli aborigeni le hanno tramandate raffigurandole con graffiti sulle pareti di Uluru; c'è una parte di roccia in particolare che è stata usata come "lavagna" di una sorta di scuola aborigena, nella quale gli anziani insegnavano le tradizioni e le leggende ai bambini. Eccola:




Ma la roccia che più mi ha colpita è questa:



Mi piace pensare che sia davvero il cuore del monolito, che rappresenti l'amore tra il popolo aborigeno e Uluru. Meglio ancora, che sia una sorta di messaggio divino di amore universale. 

Affascinante. Sono davvero contenta di aver scelto di fare questo tour guidato piuttosto che tentare la pericolosa scalata del monte; dovete sapere infatti che è possibile, solo in determinati periodi dell'anno e solo all'alba, arrampicarsi su di un lato del monolito lungo il quale è stato messa una corda come aiuto per non scivolare nella parte più ripida della salita. 
L'arrampicata non è esattamente consigliata, considerando che all'inizio del percorso ci sono numerosi cartelli che narrano le vicende di chi è morto in questo tentativo, oltre ad un elenco infinito di controindicazioni, ma soprattutto sono gli aborigeni a non desiderare che il loro monte sacro venga scalato perché costituisce un oltraggio alle divinità che ancora oggi abitano Uluru (non vogliono neppure che vengano scattate fotografie del monte perché ritengono che la sua anima venga rubata nello scatto. In questo caso non ho avuto rispetto del loro volere e mi spiace). 





La nostra guida ci ha raccontato che per un certo periodo, a causa degli incidenti e della contrarietà aborigena, lo Stato aveva proibito la scalata, per poi decidere di riaprirla al pubblico, evidentemente più interessato ad accontentare il turista che non a rispettare il volere di questo popolo che, eppure, ha riottenuto la proprietà di Uluru dal Governo australiano negli anni Ottanta.
Ad ogni modo, io non ho scalato (che non l'ho trovato giusto, non mi fido delle mie doti atletiche e soffro pure di vertigini) e ho scoperto il monte passeggiando lungo tutto il suo perimetro. Questo dopo aver contemplato una delle più belle albe mai viste in vita mia, sorseggiando caffè caldo, abbracciata al mio novello sposo.       














Informazioni sul pernottamento nel parco dell'Ayers Rock e dei monti Olga: ci sono tre o quattro strutture (non ricordo precisamente il numero) ma sono comunque tutte appartenenti all' Ayers Rock Resort, non esiste altro nell'intera zona del parco. 
Il nostro residence era abbastanza spartano (l' Outback Pioneer Hotel & Lodge) e soprattutto il cibo qui è carissimo. 
Esiste un supermercato raggiungibile con un pullmino al centro di questa sorta di "villaggio turistico del deserto" ma noi siamo stati in gita tutti e due i giorni di permanenza nel parco quindi non ci siamo andati. L'acqua (quella dal sapore un po' schifoso) era gratuita, dovevi solo acquistare le bottiglie da riempire (a seconda della gita ti fanno portare un tot di litri d'acqua, sennò non sali sul pullman. E hanno ragione ragazzi, la mia pressione bassa e i 48 gradi C° il primo giorno mi hanno tirato un brutto scherzo, stavo per finire distesa per terra a vomitare sul terreno sacro dei monti Olga...! Già mi immaginavo il ranger che accorreva con l'elicottero in mio soccorso, come pare fosse successo ad una signora sentitasi male il giorno prima..Per fortuna ho trovato un riparo all'ombra, acqua addosso e mi è passato subito tutto. Ho pure bevuto il vino bianco guardando il tramonto!).  

Io consiglio caldamente (ahah..) le visite guidate; vi permettono di comprendere lo spirito del luogo e di associare ogni storia alla singola parete di roccia. Vi permettono di "leggere" Uluru

E' possibile prenotarle direttamente presso il singolo residence da voi scelto.
Questo il sito: Ayers Rock Resort. Anche qui è possibile prenotare le eventuali experiences da fare; noi abbiamo fatto la visita ai monti Olga e la Uluru Sunset View il primo giorno (è offerto anche l'aperitivo); la Sunrise Sacred Sites il secondo giorno, con partenza per il Kings Canyon nel pomeriggio, pernottamento nel Kings Canyon Resort (non esiste altro, ecco il link: Kings Canyon Resort. Colazione buonissima e inclusa nel prezzo, tutto il resto è caro come il fuoco. Noi, grazie allo sconto "viaggio di nozze" siamo riusciti ad avere la camera con idromassaggio e vista sul deserto, ma non ho idea del costo che avrebbe diversamente) e visita al Canyon (per gli atletici amanti della montagna, è possibile scalarlo in circa tre ore, altrimenti passeggi al suo interno. Noi abbiamo scelto la più sicura passeggiata vista la mia totale inesperienza in fatto di scalate e la mia pressione bassa, e mi sono trovata faccia a faccia con uno wallaby; grande soddisfazione perché sia la guida che i cinque inglesi a cui ci accompagnavamo se l'erano perso!) ed arrivo ad Alice Springs nel tardo pomeriggio.


Ciau!


Tre giorni da sogno nell'outback! 

RINGRAZIAMENTI: Tutte le foto sono state scattate dal Marito, che ringrazio assai. Io mi occupo sempre solo dei video nel corso dei nostri viaggi (e occasioni speciali).

Questo post partecipa all'iniziativa delle "allegre comari" Ispirazioni & co. Il tema di questo mese è Viaggi. 











Commenti

  1. Bellissime le foto sull'alba, e molto bella la leggenda aborigena.
    Grazie ^___^

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  2. TEsoro.... sicura che fosse un viaggio e non un sogno?
    STupendo! Che foto! E che luoghi da favola!

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  3. Ma esiste nella realtà un luogo tanto bello? Che fortuna esserci andata e grazie per averci raccontato del tuo viaggio.
    Emozionante!

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    1. Sì super fortunata Rosy! Grazie a te di essere passata :)

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  4. Ma che spettacolo di viaggio, di luogo e di post.
    Grazie, grazie e grazie per la condivisione.
    Ho voglia di partire ....

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  5. Serena hai davvero avuto la fortuna di fare un viaggio meraviglioso. .. che emozione vedere c'è vivere dei posti così unici. ...ci ho messo un po ma sono riuscita a leggere questo tuo bellissimo post. ..complimenti e grazie per il tuo lavoro. ..un abbraccio
    Anche a me piacciono tanto le leggende le trovo ricche di fascino. ...credo anche mio figlio ci andrà prima o poi♡

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    1. Digli assolutamente di andarci!! Grazie per i complimenti Giusy! Sono contenta di avervi portate con me :) Un bacio!

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  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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